Medio Oriente, truppe israeliane nel sud del Libano
Nelle ultime ore si è registrato l’ingresso di forze armate israeliane nel Libano meridionale, nell’ambito di operazioni che vengono descritte come mirate a colpire specifici obiettivi di Hezbollah nei territori di confine. Diverse fonti riferiscono di azioni alquanto limitate e di ritorni indietro delle truppe israeliane, circostanza che escluderebbe – al momento – scontri diretti con le milizie di Hezbollah, che addirittura negano le incursioni in territorio libanese. In tutta risposta, ancora oggi, sono stati comunque lanciati dal Libano razzi verso Israele, mentre quest’ultimo ha dato ordine di evacuazione alle comunità che risiedono proprio nelle aree di confine. Come ampiamente annunciato, dunque, la morte di Hassan Nasrallah, leader del gruppo libanese sostenuto dall’Iran, non è stato l’ultimo capitolo della guerra a Hezbollah, con Israele deciso a indebolire in profondità, se non smantellare, l’intera organizzazione. Il governo libanese ha intanto aperto i canali diplomatici per evitare un’ulteriore escalation delle ostilità e giungere in tempi rapidi ad un cessate il fuoco (oggi il premier Najib Mikati ha avuto una conversazione telefonica anche con il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni). Mikati ha in ogni caso rivolto un appello durante una riunione con rappresentanti delle organizzazioni delle Nazioni Unite, come riportato dai media internazionali tra cui la BBC: «Chiediamo con urgenza più aiuti per intensificare i nostri sforzi e fornire sostegno ai civili sfollati». Nel dettaglio, ha spiegato Mikati, sono «circa un milione gli sfollati» da quando sono iniziati i raid aerei israeliani contro Hezbollah.