Israele, attacchi a Gaza e nel nord del Libano
Negoziati in stallo e Hamas arroccata sulle sue posizioni. Questa, in estrema sintesi, è la situazione che, secondo Haaretz, il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, avrebbe illustrato in queste ore alle famiglie degli ostaggi ancora nelle mani del gruppo palestinese a Gaza. Poi, come riportato da altri media, ancora Gallant ha oggi confermato che quella all’Iran sarà «una risposta precisa e letale». Ad ogni modo il canale di comunicazione tra Israele e Washington resta aperto, non solo su Gaza e Libano, ma anche in ottica Teheran. Sebbene i media internazionali riferiscano di una certa rigidità su quelle che saranno le decisioni finali, il Washington Post – che cita fonti a conoscenza della questione – sostiene che Netanyahu avrebbe dato disponibilità di una risposta più limitata rispetto a quanto temuto in un primo momento. In generale, però, lo scacchiere mediorientale desta preoccupazione: qualsiasi mossa avventata potrebbe innescare un’ulteriore escalation. In questo senso il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha espresso timori per gli attacchi contro la missione Unifil, il cui scopo è mantenere la pace al confine tra Libano e Israele. Nella notte si sono registrati nuovi attacchi, sia nella Striscia di Gaza, sia contro Hezbollah. Stavolta è stata presa di mira un’area nel nord del paese, situata vicino alla frontiera con la Siria e ritenuta una roccaforte dell’organizzazione libanese. L’attacco ha provocato diverse vittime e le Nazioni Unite hanno chiesto un’indagine «rapida, indipendente e approfondita» al riguardo.