Si comprano più case (ma crollano i mutui)
Nel terzo trimestre 2011, rileva l’Istat, le convenzioni relative a compravendite di unità immobiliari sono risultate pari a 175.644, in aumento del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il 93,1% delle convenzioni stipulate nel periodo considerato (163.563) riguarda immobili ad uso abitazione ed accessori, il 6,2% (10.857) unità immobiliari ad uso economico. Considerando la tipologia di utilizzo, nel periodo compreso tra luglio e settembre del 2011 le compravendite di immobili ad uso residenziale aumentano del 3,4% rispetto al terzo trimestre del 2010, quelle di unità immobiliari ad uso economico registrano una crescita tendenziale del 12,4%. Si segnala, tuttavia, che il numero di compravendite ad uso economico stipulate nel terzo trimestre 2010 è stato il più basso mai registrato dal 1997.
Confrontando l’andamento dei primi nove mesi del 2011 si riscontra una leggera diminuzione, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari allo 0,9% per il totale delle compravendite e per le compravendite ad uso abitazione, a fronte di un lieve aumento delle compravendite immobiliari ad uso economico (+0,7%).
Nel terzo trimestre 2011 le compravendite di unità immobiliari mostrano variazioni tendenziali positive in tutte le ripartizioni territoriali. La crescita maggiore si registra nelle Isole (+11,5%), mentre gli aumenti più contenuti, inferiori alla media nazionale (+4,0%), si osservano al Centro (+2,0%) e al Nord-est (+2,3%). L’aumento rilevato al Sud (+4,7%) è superiore a quello medio nazionale, in linea con il dato nazionale quello del Nord-ovest (+4,0%). L’andamento è sostanzialmente analogo per le compravendite ad uso residenziale. Anche per le compravendite ad uso economico sono le Isole a registrare l’aumento più marcato (+24,2%) ed è il Centro a mostrare l’incremento più contenuto (+1,6%). Sono superiori alla media nazionale (+12,4%) gli aumenti rilevati al Sud e Nord-ovest (rispettivamente +19,3% e +14,6%), inferiore quello registrato al Nord-est (+10,1%).
Nel terzo trimestre 2011, per le compravendite in totale l’aumento tendenziale osservato negli archivi notarili distrettuali aventi sede nelle città metropolitane (+4,1%) è di poco superiore a quello delle altre città (+3,9%). L’andamento è analogo per le compravendite di unità immobiliari ad uso residenziale. Le compravendite ad uso economico mostrano un aumento minore nelle grandi città (+11,8%) e più marcato negli altri centri (+12,7%).
Nel terzo trimestre 2011 sono stati stipulati 140.665 mutui, di cui 95.099 (pari al 67,6%) con costituzione di ipoteca immobiliare e 45.566 (32,4%) senza costituzione di ipoteca immobiliare. Rispetto al terzo trimestre 2010 il numero totale dei mutui è diminuito del 18,1%. I mutui con costituzione di ipoteca immobiliare mostrano una diminuzione del 6,7%, i mutui non garantiti da ipoteca immobiliare diminuiscono del 34,6%. L’analisi dei primi nove mesi del 2011 mostra un calo, rispetto allo stesso periodo del 2010, del 7,9% per i mutui in totale, del 4,2% per quelli garantiti da ipoteca e del 13,4% per quelli senza costituzione di ipoteca immobiliare.
Tutte le ripartizioni territoriali mostrano variazioni tendenziali negative per entrambe le tipologie di mutuo. Per i mutui non garantiti da ipoteca immobiliare flessioni più contenute di quella media nazionale (-34,6%) si registrano nelle Isole (-19,3%) e nel Nord-ovest (-26,0%); le diminuzioni maggiori si osservano invece al Centro (-41,8%), al Nord-est (-40,0%) e nel Sud (-35,8%).
I mutui garantiti da ipoteca immobiliare diminuiscono in misura minore (-6,7%). Variazioni più contenute si registrano al Centro (-3,9%) e al Sud (-6,4%), il calo maggiore si registra al Nord-est (-8,5%). Sono al di sopra della media nazionale le diminuzioni tendenziali osservate al Nord-ovest e nelle Isole (rispettivamente -6,9% e -8,0%).
Nel terzo trimestre 2011 il calo del numero dei mutui osservato negli archivi notarili distrettuali delle grandi città (-31,0% per i mutui senza costituzione di ipoteca immobiliare e -5,2% per i mutui garantiti da ipoteca) è minore di quello registrato nei restanti archivi (rispettivamente -37,0% e – 7,7%).