La riforma del mercato del lavoro (in pillole)/3
(continua) La riforma del mercato del lavoro includeva necessariamente una riforma degli ammortizzatori sociali. Gli attuali strumenti, infatti, non riescono a tutelare tutti i lavoratori, tra quelli precari, e l’istituzione di un nuovo istituto era perciò considerata una questione dirimente. Il governo prevede di intervenire, tramite l’Aspi (Assicurazione sociale per l’impiego), al fine di “ripristinare la coerenza tra flessibilità e coperture assicurative, ad ampliare e rendere più eque le tutele fornite dal sistema, a limitare le numerose distorsioni e spazi per usi impropri insiti in alcuni degli strumenti attualmente esistenti”. Dunque, si legge nel documento del ministero del Lavoro, “si estendono le tutele in costanza di rapporto di lavoro ai settori oggi non coperti dalla Cassa integrazione e straordinaria”.
La proposta di riforma si articola su tre pilastri: l’Aspi, appunto, le tutele in costanza di rapporto di lavoro (Cigo, Cigs, fondi di solidarietà), strumenti di gestione degli esuberi strutturali. L’Assicurazione sociale per l’impiego, in soldoni, è una forma di sostegno al reimpiego che sostituirà tutto ciò che non rientra nella cassa integrazione ordinaria. A regime sostituirà l’indennità di mobilità, l’indennità di disoccupazione non agricola ordinaria, indennità di disoccupazione con requisiti ridotti, indennità di disoccupazione speciale edile.
L’ambito di applicazione viene esteso, tra i lavoratori dipendenti, agli apprendisti e agli artisti, oggi esclusi dall’applicazione di ogni strumento di sostegno del reddito. Restano inoltre coperti dalla nuova assicurazione tutti i lavoratori dipendenti del settore privato ed i lavoratori delle Amministrazioni pubbliche (art. 1, comma 2, d.lgs. 165/2011) con contratto di lavoro dipendente non a tempo indeterminato. Serviranno, per accedere all’istituto, due anni di anzianità assicurativa ed almeno 52 settimane nell’ultimo biennio e durerà 12 mesi per i lavoratori con meno di 55 anni di età e 18 per i lavoratori over 55.
La nuova Aspi concede trattamenti iniziali pressoché analoghi all’indennità di mobilità per le retribuzioni fino a 1.200 euro mensili (comprensivi dei ratei di mensilità aggiuntive), e decisamente più elevati per quelle superiori a tale livello. In confronto con l’indennità di disoccupazione non agricola ordinaria è sempre più favorevole, fatta eccezione per le retribuzioni comprese tra 2.050 e 2.200 euro mensili.
F. G.