Sentenza inquietante
Dal pagamento di 5.000 euro alla detenzione di 14 mesi senza condizionale per il giornalista condannato considerato «soggetto pericoloso»: come non essere inquieti e sconcertati per un divario così clamoroso tra due gradi di giudizio? Alessandro Sallusti, la cui condanna al carcere è stata confermata ieri dalla Cassazione, deve pagare se ha commesso un errore. Ma se la pena non è proporzionata, se c’è una dismisura di valutazione così forte persino tra i giudici che hanno emesso sentenze tanto diverse, se le porte della prigione si spalancano per il direttore responsabile di un giornale che non ha nemmeno scritto l’articolo incriminato ma che paga in virtù della sua «oggettiva» responsabi- lità, allora è una brutta giornata per la libertà di stampa.
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