Tira un’aria diversa. Almeno così sembra in tv
Che al Nord il vento sarebbe presto cambiato lo diceva da tempo anche l’ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, come ricorda oggi Lettera43. Le amministrative sembrano dunque contemplare l’emblema di un esito annunciato, atteso, presto o tardi avverato. E così Bersani si è lasciato andare all’indomani del voto: “Questo risultato segnala un’inversione di tendenza, un po’ ovunque e in particolare con un vento del Nord che si alza contro il blocco Pdl-Lega”.
Per quanto l’esito sia stato atteso, è forse presto per sentenziare la fine del berlusconismo. Ci sono in ballo altre questioni prima, che il segretario del Pd ha ben fotografato. La tenuta dell’asse del nord, Pdl-Lega, appunto. Sulle pagine del Corsera Sergio Romano è arrivato persino a sostenere la possibilità di un “divorzio” in seno alla maggioranza (i diretti interessati smentiscono strappi radicali, ma tant’è). Non mancano all’appello, tuttavia, tentativi di allontanamento dal berlusconismo, se non altro a livello culturale, che trovano un recente principio – forzato, certo – in Sanremo quando a vincere la kermesse fu Roberto Vecchioni, cantautore “storicamente” di sinistra, con un brano che provocò non poche polemiche di matrice politica. Un cambiamento che ha trovato, inoltre, un nuovo epilogo ieri sera nella trasmissione di Vittorio Sgarbi (non propriamente una bandiera della sinistra), già chiusa dopo il clamoroso flop (appena l’8,27% di share) della prima puntata. “È colpa mia. Ho sbagliato io a imporre un meccanismo narrativo non da prima serata. La Rai vuole il giallo di Avetrana, le escort di Berlusconi, gli omicidi, non è interessata alla cultura”, ha chiosato Sgarbi in conferenza stampa. Epperò lo stile narrativo in prima serata era stato proposto anzitempo dal più fortunato programma di Roberto Saviano e Fabio Fazio, Vieni via con me, che proprio Sgarbi avrebbe desiderato “doppiare” in termini di ascolti.
Segno anche questo di un clima che sta cambiando? Può darsi. Del resto proprio il voto amministrativo avrebbe minimamente dimostrato come a vincere in questa fase storica siano i candidati dalla personalità “forte” ancor prima che gli schieramenti dai valori sempre meno condivisi.
A mettere un altro po’ di pepe alla questione è la protesta dei montatori del Tg1 i quali hanno deciso di non firmare i servizi del telegiornale. L’iniziativa ha origine, guarda caso, a Milano per via della troppa faziosità del tg diretto da Minzolini, reo di non avere concesso un collegamento durante lo spoglio nella sede elettorale di Giuliano Pisapia in vantaggio sulla Moratti.
Forse, questi, sono esempi fin troppo frivoli per stabilire se davvero al Nord il vento stia cambiando, o forse no. Ma il semplice dibattito sul tema è sintomatico di un possibile mutamento in atto. Eppure Luca Ricolfi, interpellato ieri dal Riformista, sostiene che il vento ancora non soffi a favore di Bersani. La soluzione, suggerisce, potrebbe essere un’improbabile alleanza con il Carroccio. Allora sì, che il vento cambierebbe. Al Nord, ma non solo.
[…] il 19 febbraio”. Ebbene, anche T-Mag rivendica una certa lungimiranza in questo senso. Lo scrivemmo infatti all’indomani della cancellazione del programma di Vittorio Sgarbi. Segno, riflettemmo […]