Rottura di equilibri
«Le liste le faremo noi, non lasceremo mica mettere bocca al ragazzetto». Parola di Franco Marini. «I candidati li deciderà il partito, di certo non Renzi». Parola di Rosy Bindi. Ma nella notte delle primarie queste parole sembrano scritte sull’acqua.
Comunque vada a finire la partita del secondo turno, Matteo Renzi ha strappato il ballottaggio. E sulla scena rimangono solo lui e Pier Luigi Bersani. Tutti gli altri sono come d’incanto scomparsi, anche se Massimo D’Alema dice la sua e Bindi rappresenta il Pd di rito bersaniano al Tg3.
La sfida è tra il sindaco e il segretario e, inevitabilmente, il primo, che rappresenta una fetta importante dell’elettorato del centrosinistra, metterà becco nella gestione della linea politica. E non solo. «Dovranno passare per me», è la convinzione del primo cittadino di Firenze. Che, scherzando ma fino a un certo punto, osserva: «La cosa divertente è che se non sbagliamo nulla rischiamo di vincere».
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