Una novità moltiplicata per 163
163 eletti in Parlamento: 54 senatori e 109 deputati, questi i numeri della novità, che irrompe nel quadro politico italiano.
Un arrivo annunciato, sottovalutato, talvolta deriso ma con il quale, per il rispetto delle regole della democrazia e per il dovere che spetta alla politica, intesa come strumento per costruire il futuro dell’Italia, occorre fare riferimento.
Scorrere le note biografiche dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle fa capire, molto meglio di giudizi affrettati e schematici, la reale portata di questa novità che apre uno squarcio nel sistema bloccato della politica italiana. Serve a poco chiudere la questione con il bollino dell’antipolitica: la crisi italiana, che oltre a essere economica e sociale è una crisi strutturale, con un sistema bloccato, incapace di visione, fa sì che il divario tra politica e antipolitica sia assai labile, in confronto alla richiesta di cambiamento e rigenerazione.
C’è un minimo comune multiplo che contraddistingue i parlamentari M5S, che si ritrova nelle esperienze vissute a livello locale e nell’impegno nelle battaglie classiche del Movimento contro il TAV, le discariche, l’utilizzo improprio del territorio, le grandi infrastrutture energetiche, per la difesa dell’ambiente e per l’acqua come bene pubblico.
Una gran parte dei 163 sono laureati, svolgono attività imprenditoriali o professionale: vi sono medici, coinvolti nelle iniziative locali a tutela della salute dei cittadini; avvocati; molti sono coloro che operano nel settore dell’energia rinnovabile e della green economy.
Si può dire che i 163 siano il risultato di decenni trascorsi in una situazione di blocco istituzionale, con l’incapacità manifesta di disegnare un strategia per lo sviluppo dell’Italia, dove innovazione significasse efficienza dello Stato e visione del futuro: per anni si è sentito parlare di grandi opere, leggi-obiettivo, ponti e autostrade ma, nel frattempo, sono state poche le soluzioni proposte per migliorare la mobilità, la gestione dei rifiuti, la produzione e la distribuzione dell’energia. I tanti piccoli disastri ambientali che contraddistinguono il territorio italiano, fatto di industrie che inquinano e danneggiano la salute dei cittadini e di opere incompiute, hanno fatto sì che, dal basso, si muovesse una risposta che dai comitati è cresciuta, formando un modo diverso di conoscere e affrontare i problemi. Problemi che, molto spesso, si sono tradotti in emergenze, diventate poi strutturali ma affrontate, sempre, con una logica che non ha mai fatto della prevenzione un obiettivo da raggiungere.
Chiudere il dialogo con un movimento che ha dimostrato una capacità notevole nel coinvolgere e nel mobilitare le persone, innovando il modo stesso di condividere idee e programmi, puntando molto su una partecipazione bottom up, sarebbe uno dei numerosi errori compiuti in questi anni: va, piuttosto, riconosciuto un approccio politico che ha saputo fare delle modalità 2.0 un punto di forza, capace di scardinare una politica ingessata in rituali stanchi e obsoleti.
Leggere le schede dei 163 parlamentari fa capire molte più cose di un’analisi incentrata solo su modelli di equilibrio della politica che appartengono al passato: nei 163 si riconoscono, con immediatezza, quei principi di merito e competenza che sono mancati per troppo lungo tempo in Italia.
Questo è il punto dal quale partire: perché una partenza è un obbligo, oggi, per uscire da una crisi che rischia di lasciare l’Italia arenata in uno stallo senza via d’uscita.
Molti si aspettano di vedere approvati i principali punti di riforma che tutti conoscono; impedire la nascita di un esecutivo dopo la obbligatoria nomina dei presidenti delle camere rischia di far identificare il M5S come un gruppo più anarchico che di rappresentanza popolare e con ogni probabilità smetterebbe di essere una forza stabile negli anni in parlamento.
La speranza più grande invece è proprio quella di vedere finalmente una stabile attività del parlamento sulle istanze reali dei cittadini invece che sugli interessi di lobby e di casta. Non riesco a vedere quale obiettivo si voglia raggiungere.