Il fanalino di coda nella spesa per scuola e cultura
L’Italia è fanalino di coda in Europa per quanto riguarda la percentuale di spesa pubblica destinata alla cultura. L’Italia impiega l’1,1% delle risorse quando la media dell’Ue a 27 si attesta al 2,2%. La Germania destina l’1,8%, la Francia il 2,5% e il Regno Unito il 2,1%. Il nostro Paese, inoltre, è al penultimo posto (all’ultimo c’è la Grecia) per la spesa prevista per l’istruzione (8,5% contro il 10,9% dell’Ue). I dati sono stati resi noti dall’Eurostat, l’istituto di statistica dell’Unione europea.
In partica, la spesa pubblica in Italia viene soprattutto destinata ai servizi pubblici generali (che hanno un impatto sul debito pubblico): il 17,3% contro il 13,5% della media europea. Maggiore la spesa per protezione sociale in Italia che raggiunge il 41% della spesa pubblica complessiva. Tuttavia, tale forma di protezione sociale è prevista in particolare per le pensioni. Chi perde il lavoro, ad esempio, vede destinarsi minori risorse. E lo stesso vale per la casa e l’esclusione sociale.
Per quanto concerne la difesa, l’Italia spende il 3% (in questo caso siamo in linea con l’Ue). Il 4% della spesa pubblica, invece, è dedicato all’ordine pubblico (3,9% la media europea). Per la sanità pubblica la percentuale arriva al 14,7% (14,9% la media europea). Dunque, tra sanità e protezione sociale, si arriva al 55% del totale della spesa pubblica. Quest’ultima, complessivamente, nel 2011 è risultata pari al 49,1% del Pil. Tra il 2010 e il 2011 la spesa è diminuita un po’ in tutti i capitoli, tranne che per i servizi pubblici generali cresciuti di molto a causa del peso degli interessi.