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Quanto costa una vita dignitosa

famiglia_welfare1Una famiglia composta da due adulti e due bambini per vivere dignitosamente dovrebbe, secondo l’Eurispes, disporre di una cifra pari a 2500 euro al mese. Una famiglia, questa, disposta a risparmiare su tutto ma senza far mancare nulla ai propri figli.
Nel 2011 però quasi la metà dei contribuenti ha dichiarato un reddito annuale complessivo inferiore a 15.700 euro.
Mediamente le uscite che le famiglie si trovano quasi obbligatoriamente ad affrontare sono di di circa 825 euro mese solo per le spese alimentari. A questi si aggiungono altri 890 euro per le spese per la casa ed altri 240 circa per l’abbigliamento. Questo dimostra che, almeno per quanto riguarda l’Italia, i redditi medi di una famiglia tipo non sono sufficienti a fare fronte alle spese necessarie per condurre una vita dignitosa.
Questa è la conclusione che trae l’Eurispes attraverso la sua ultima indagine. Ciò, sottolinea, “è uno dei fattori che spinge un numero sempre maggiore di persone a cercare risorse aggiuntive attraverso soprattutto un doppio lavoro o ad accettare lavori completamente in nero”. Basti pensare che questa risulta essere ormai l’unica via da seguire per ben il 35% dei lavoratori.
“Accanto a ciò – rileva l’Eurispes -, occorre rilevare che l’economia sommersa svolge, in molti casi, in Italia la funzione di ammortizzatore sociale ed ha prodotto per il 2011 un volume stimato di 540 miliardi, pari a circa il 35% del Pil ufficiale.
Il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, ha spiegato che a seguito di una serie di “meccanismi legati alla congiuntura internazionale e alle scelte della politica, è concreto oggi il pericolo di poter entrare in quella che Fisher descrisse come la deflazione da debito: il fenomeno consiste nel fatto che non si riesce più a pagare i debiti mentre il valore di ciò che si è acquistato in precedenza crolla riducendo il valore patrimoniale. La conseguenza è che svendendo tutti nello stesso momento, anche il debito aumenta in termini reali portando ad un ciclo negativo. Alla fine della catena di effetti e meccanismi, i beni passano di mano dai debitori ai creditori. I creditori in questo caso sono le banche che, come si sa, erogano credito nell’esercizio della loro attività. I debitori siamo noi, famiglie, imprese, lavoratori”.

 

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