Pil giù. L’Italia resta in recessione
In termini congiunturali, sia le importazioni di beni e servizi, sia il totale delle risorse (PIL e importazioni di beni e servizi) sono diminuiti dello 0,3%. Dal lato della domanda, le esportazioni sono aumentate dell’1,2%, mentre gli investimenti fissi lordi e i consumi finali nazionali sono diminuiti dello 0,3%. Nell’ambito dei consumi finali, la spesa delle famiglie residenti è diminuita dello 0,4%, mentre quella della PA e delle Istituzioni Sociali Private (ISP) è aumentata dello 0,1%.
La contrazione degli investimenti è stata determinata da una flessione della spesa per macchine, attrezzature e altri prodotti (-0,2%) e degli investimenti in costruzioni (-1,0%), mentre quelli in mezzi di trasporto hanno registrato un aumento del 4,0%.
La spesa delle famiglie sul territorio nazionale ha registrato una diminuzione, in termini tendenziali, del 3,2%; in particolare, gli acquisti di beni durevoli sono diminuiti del 7,1%, gli acquisti di beni non durevoli del 3,3% e gli acquisti di servizi dell’1,8%. Gli investimenti fissi lordi hanno segnato nel complesso una diminuzione tendenziale del 5,9%. In particolare, si registra una flessione del 7,5% degli investimenti in costruzioni e del 5,4% della spesa in macchinari e altri prodotti, mentre gli investimenti in mezzi di trasporto sono aumentati del 2,3%.
Nel secondo trimestre, il PIL è cresciuto in termini congiunturali dello 0,7% in Germania e nel Regno Unito, dello 0,6% negli Stati Uniti e in Giappone e dello 0,5% in Francia. In termini tendenziali, si è registrato un aumento dell’1,6% negli Stati Uniti, dell’1,5% nel Regno Unito, dello 0,9% in Giappone, dello 0,5% in Germania e dello 0,3% in Francia. Nel complesso, il Pil dei paesi dell’area Euro è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente ed è diminuito dello 0,5% nel confronto con lo stesso trimestre del 2012.
Nel secondo trimestre tutti i comparti di attività economica registrano una diminuzione congiunturale del valore aggiunto: -2,2% per l’agricoltura, -0,1% per l’industria in senso stretto, -0,9% per le costruzioni, -0,5% per il settore che raggruppa le attività del commercio, alberghi e pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni, -0,1% per il settore del credito, assicurazioni, attività immobiliari e servizi professionali e -0,3% per gli altri servizi.
In termini tendenziali, il valore aggiunto dell’agricoltura è diminuito del 2,6%, quello dell’industria in senso stretto del 2,5%, quello delle costruzioni 6,9% e quello dei servizi dell’1,2%.
Rispetto al trimestre precedente, il deflatore del PIL è aumentato dello 0,3%. Il deflatore della spesa delle famiglie residenti e quello degli investimenti sono cresciuti dello 0,2%. Il deflatore delle importazioni è diminuito dello 0,9% e quello delle esportazioni dello 0,3%. In termini tendenziali, il deflatore del Pil è aumentato dell’1,2%, quello della spesa delle famiglie residenti dell’1,4%.
Sulla situazione economica italiana è intervenuto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. “I recenti indicatori mostrano un graduale miglioramento dell’economia – ha affermato Visco al Council of Councils Regional Conference -, i segnali dicono che la contrazione dell’economia sta arrivando al termine. Il calo della produzione dovrebbe fermarsi nei prossimi mesi, ma i rischi al ribasso di questo scenario sono accresciuti dalle preoccupazioni degli investitori per la possibile instabilità politica”