Dall’Imu alla Tares
Quanta parte della tredicesima dovremo destinare alle tasse sulla casa? E’ una domanda a cui oggi è impossibile rispondere nonostante alla fine dell’anno manchino meno di tre mesi. Gli importi di due tributi, l’Imu sull’abitazione principale e la Tares, la nuova versione della tassa sui rifiuti, infatti ad oggi non sono computabili. Cominciando dall’Imu, ieri è stato posticipato il termine per presentare emendamenti al decreto 102 che ha abrogato la prima rata del tributo per tutte le abitazioni principali purché non classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9; perché l’esenzione diventi effettiva bisogna aspettare la conversione del decreto entro la fine di ottobre e al momento non si può escludere del tutto, come il posticipo autorizza a pensare, il rischio di modifiche parlamentari che amplino la platea di chi deve pagare. Possibilità molto più concreta per la seconda rata del tributo, visto che l’abolizione finora è stata solo ventilata. È ipotizzabile che, riprendendo le indicazioni del Tesoro, si proceda ad una rimodulazione dell’imposta, prevedendo esenzioni a seconda del contribuente o (più probabile) del valore catastale. Infine la Tares: le modalità di calcolo sono molto diverse da quelle della vecchia Tarsu, ma non è chiaro come i Comuni, che devono incassare entro dicembre, le possano applicare.
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