Il calo dei consumi frena le imprese
Secondo quanto emerso da uno studio realizzato da Unioncamere, che prende in esame i risultati del primo trimestre e le previsioni sul secondo, i consumi delle famiglie, ancora fermi, “non consentono alle imprese del commercio e dei servizi di portare in positivo il bilancio delle vendite”. In particolare nei primi tre mesi dell’anno il settore commerciale ha registrato un -3,7% nelle vendite. Leggermente più lieve il calo registrato da quello dei servizi: -2,6%. Rimangono cauti i giudizi riguardo la ripresa: “l’ampia maggioranza delle imprese (tra i due terzi del commercio e i tre quarti degli altri servizi) – spiega Unioncamere – si schiera a favore di un andamento degli affari sostanzialmente piatto anche nel secondo trimestre dell’anno”.
Il primo trimestre
In particolare, sebbene ci si aspettasse un lieve miglioramento rispetto ai trimestri precedenti, il dato relativo alle vendite commerciali si è attestato ancora una volta ampiamente sotto lo zero. “La perdita di fatturato – si legge ancora nell’analisi – continua a essere di entità rilevante tra le imprese con meno di 20 dipendenti (-4,5%), ma è comunque consistente anche tra quelle di dimensioni maggiori, compresa la grande distribuzione organizzata (-1,6%). Le sofferenze si concentrano soprattutto tra le imprese delle regioni centrali (che registrano una perdita del 5%) e tra quelle del Mezzogiorno (-4,2%). Nord-Ovest e Nord-Est, invece, contengono la flessione rispettivamente al -2,8% e al -2,5%”.
Il settore più colpito è quello del commercio al dettaglio non alimentare, con un -4,2%; seguito dal Food, con una calo del 3,4%. La contrazione della grande distribuzione si attenua leggermente mostrando un -1,6%.
Per Unioncamere il desiderio di voltare pagina con la crisi “induce il 24% delle imprese commerciali ad attendere un miglioramento del proprio fatturato tra aprile e giugno prossimo, mentre il 10% prevede una riduzione ulteriore delle vendite. La componente più cospicua, tuttavia, resta quella degli imprenditori che non si aspettano modifiche del quadro attuale (sono il 66%). Le maggiori attese di recupero interessano iper e supermercati e le imprese di maggiori dimensioni”.
Per quanto riguarda invece i servizi, il settore si è mostrato leggermente i salita rispetto ai trimestri precedenti, rimanendo comunque, anche in questo caso, in negativo: il comparto degli Alberghi, dei ristoranti e dei servizi turistici ha chiuso il primo trimestre al -4,1%, la voce altri servizi mostra invece un -3,9%, mentre il Commercio all’ingrosso e autoveicoli chiude con un -3,2%.
Il calo del fatturato è stato più marcato al Centro, con un -3,9%, e nel Nord-Ovest, con il -2,7%. Al Sud e nelle Isole il dato scende del 2,3%) e nel Nord-Est dell’1,7%.
Le previsioni per il secondo trimestre
Estremamente caute le previsioni per il II trimestre dell’anno: il 74% delle imprese, infatti, si schiera a favore di una prosecuzione dell’attuale andamento del mercato. Il 18% degli operatori prevede invece un miglioramento delle vendite, a fronte di un ulteriore 8% che attende una loro riduzione. Le più ottimiste sono le imprese del segmento turistico (+37 punti percentuali il saldo tra attese di incremento e di riduzione delle vendite, anche come effetto dell’incremento della domanda per le festività e i ponti di primavera). Sul fronte opposto, i Servizi alle persone e gli Altri servizi, nei quali la quota di imprese che attende un miglioramento del fatturato è pari a quella che prevede un suo ridimensionamento.
(fonte: Unioncamere)