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Quanti sono stati gli spettatori negli stadi italiani

di Mirko Spadoni

stadio_calcio_prezzi_bigliettiNon c’è da sorridere. Il campionato di calcio appena concluso ha visto pochi tifosi accomodarsi sugli spalti degli stadi italiani. Gli spettatori medi sono stati infatti 22.811, secondo i dati raccolti dalla Lega di Serie A. In lievissimo aumento rispetto a quanto registrato nel corso della stagione precedente quando la media si fermò a 22.591. L’affluenza più alta si è registrata in occasione della terza giornata del girone d’andata (29.232), quando si giocò la sfida tra Inter e Juventus a cui assistettero ben 79.343 spettatori. Numeri, che se confrontati con quanto accade altrove, fanno riflettere. Eccezion fatta per la Ligue, che con i suoi 19.211 spettatori medi fa peggio di noi, le maggiori leghe europee ottengono risultati migliori: Bundesliga (42.624), Premier League (35.921) e Liga spagnola (28.237).

Perché sempre meno italiani vanno allo stadio
I motivi sono diversi: l’esistenza di stadi inadeguati (secondo il Report Calcio 2014 della Figc, l’età media degli impianti italiani è di 60 anni) e forse poco sicuri (secondo il Rapporto Italia 2013 dell’Eurispes, il 60,7% degli italiani vede gli stadi come “un posto pericoloso dove non portare i bambini”). Tutto questo nonostante secondo il ministero dell’Interno il numero delle gare con feriti si è ridotto drasticamente, passando dai 209 incontri della stagione 2004-2005 ai ‘soli’ 43 registrati nel corso del 2012-2013. E così, sempre secondo l’Eurispes, il 56,9% degli italiani ammette di non spendere nulla per l’acquisto di un biglietto. “Un tifoso su quattro (il 25,6%) spende fino a 50 euro al mese, mentre il restante 9,4% compra biglietti spendendo fino a 150 euro mensili (7,8%) e fino a 300 euro (1,6%)”.

L’esempio (vincente) della Premier League
Il rimprovero è sempre lo stesso: il calcio nostrano dipende in modo eccessivo dalla vendita dei diritti di trasmissione delle partite alle piattaforme televisive, che possono contare su una vasta clientela. Sempre secondo il Rapporto Italia 2013 dell’Eurispes, un tifoso su tre (il 32,5%) segue la propria squadra del cuore utilizzando la pay per view. Eppure, se confrontata con altre realtà, la Serie A resta un campionato poco appetibile. Un esempio? La Premier League che grazie alla cessione dei diritti televisivi per la stagione appena conclusa ha incassato ben 1,8 miliardi di euro. Tanti soldi, ripartiti poi tra i venti club partecipanti. Il 50% viene infatti suddiviso in parti uguali, mentre il restante 50% riguarda i cosiddetti facility fees, che variano a seconda delle gare trasmesse in diretta nazionale (piccolo inciso: ad ogni società viene garantita la trasmissione di almeno 10 partite), e il piazzamento finale in classifica. E così il club che ha incassato di più (120 milioni di euro) è stato il Liverpool, che ha sfiorato il titolo. Il Cardiff City è invece quello che ne ha incassati di meno: 75 milioni di euro.

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