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L’Ue e le richieste d’asilo

“L’Italia in molti casi intenzionalmente non prende dati personali e impronte digitali dei rifugiati per permettergli di chiedere asilo in un altro Paese”. Ad esserne convinto è il ministro dell’Interno bavarese Joachim Hermann, che di fatto ha accusato l’Italia di infrangere il regolamento di Dublino II. “Secondo cui – ha osservato Hermann – il Paese di primo ingresso è responsabile per l’attuazione delle procedure per l’asilo”.
Secondo i dati forniti dal ministro bavarese, la Germania nel solo 2013 ha concesso asilo a 126 mila persone, l’Italia soltanto a 27.930. Le stime dell’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite (UNCHR) riferiscono però che complessivamente sono sbarcate sulle coste del nostro Paese circa 60 mila persone. A dir la verità: una volta arrivati in Italia, i migranti il più delle volte proseguono verso il nord dell’Europa. I dati relativi al 2011 hanno censito 571 mila rifugiati per la Germania, 210 mila per la Francia, 194 mila per il Regno Unito, 87 mila per la Svezia, 75 mila per i Paesi Bassi e 58 mila per l’Italia. A proposito: al 31 dicembre 2013 in Italia risiedono 60.782.668 persone, di cui più di 4 milioni e 900 mila (l’8,1%) di cittadinanza straniera (dati Istat).

La posizione dell’Unione europea
“Sull’immigrazione l’Unione europea deve fare di più, perché Frontex (l’Agenzia Europea che coordina il pattugliamento delle frontiere esterne degli Stati membri, ndr) – è una piccola agenzia senza mezzi con un piccolo bilancio, senza guardie di frontiera, né navi né aerei”, aveva osservato soltanto qualche giorno fa Antony Gravili, portavoce Commissione europea. Invitando i Paesi dell’Unione a “fare di più”, Gravili ha risposto indirettamente anche al ministro dell’Interno Angelino Alfano, che qualche giorno prima aveva chiesto all’Europa un maggiore impegno. “Mare Nostrum – aveva osservato il titolare del Viminale – non deve compiere il secondo compleanno perché, seppure lodevole, è nata a termine. Deve subentrare Frontex e l’Europa. Se così non sarà il governo italiano – aveva concluso – dovrà assumere decisioni in materia”.

I costi dell’operazione Mare Nostrum
Nel frattempo il nostro Paese, che come ricordato da Bruxelles “ha beneficiato di circa 500 milioni di euro nel periodo 2007-2013 e con 315 milioni di fondi sarà il più grande beneficiario tra il 2014 e il 2020”, affronta i costi operativi di Mare Nostrum (300 mila euro al giorno). Ovvero: oltre 9 milioni al mese, “coperti – come precisato in maggio dal ministro Roberta Pinotti – con il bilancio ordinario della Difesa”. Per poi farsi anche carico dei costi da sostenere per ‘accogliere’ i migranti che approdano sulle coste italiane, la maggior parte dei quali (il 93%) “transita – come spiegato sempre dal ministro Pinotti qualche tempo fa – per la Libia”.

Quanti migranti sono sbarcati sulle coste italiane
Dal primo agosto del 2013 al 31 luglio del 2014, sono stati 116.944 (nello specifico: l’83% è arrivato in Sicilia, l’8% in Puglia, il 6% in Calabria, il 3% in Campania, lo 0,9% in Liguria, lo 0,3% in Sardegna). Di questi 62.982 sono stati soccorsi nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum, avviata il 18 ottobre scorso, 53.243 sono stati ospitati nelle strutture temporanee (centri governativi e Sprar), mentre quelli rimpatriati nel 2014 sono stati circa 10 mila. 539 sono stati invece gli scafisti arrestati dalle autorità italiane dal 1° maggio del 2013.

 

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