Silvio come Vasco: si dimette da rockstar
Il “delfinario” è andato, ora si volti pagina. L’intervista di Silvio Berlusconi a La Repubblica (in parte smentita, ma è assai improbabile che l’alternativa possa essere stata una “amichevole conversazione” come l’ha prontamente definita Palazzo Chigi in una nota) sancisce l’esito di un copione che sembrava già scritto: Alfano è il successore designato del premier. E sia beninteso “del premier”. Perché altra questione è convincersi che – nonostante le ostentate sicurezze del presidente del Consiglio – i “grandi” del Pdl, da sempre in attesa di un momento a loro favorevole, accettino di buon grado la nomina anzitempo di Alfano quale candidato premier del centrodestra. Segretario è un conto. Ma per il resto si attenda, prima di compiere il passo più lungo della gamba. L’altolà di Roberto Formigoni, che invoca le primarie, non può certo essere considerato un caso: “Alfano sarebbe una ottima soluzione come candidato premier per il 2013, ma sarà il nostro popolo a sceglierlo. Non c’è spazio per una nomina dall’alto”.
Silvio Berlusconi appare un leader stanco. In diverse occasioni ha espresso il desiderio di non essere più lui il presidente del Consiglio. Lo ha ricordato anche durante la verifica di governo in Parlamento. Qualcuno tra le fila dell’opposizione sorrise maliziosamente, qualcun altro mugugnò. Forse era sincero. Ma nell’intervista a Repubblica afferma anche tutta la sua volontà di andare avanti, di tirare dritto fino al 2103. Dopodiché il cambio, con buona pace dello stesso Alfano che nel giorno della sua proclamazione esortò il Cavaliere a non abbandonare la nave e a ripresentarsi tra due anni in veste di candidato.
Su queste pagine ci si è domandati, a proposito, se l’acclamazione del segretario del Pdl non possa rappresentare piuttosto la delega affidata ad un commissario liquidatore. L’idea non suona troppo malsana, dato che Berlusconi ha auspicato l’istituzione di un Ppe in Italia. Che il premier voglia Alfano vicino per traghettare il centrodestra verso questa nuova fase è ormai evidente. Come Vasco Rossi – suggeriva qualcuno su Facebook – Berlusconi si è dimesso da rockstar, ma continuerà a scrivere canzoni. Non più con Apicella, stavolta tocca ad Angelino affiancarlo nel duetto.