Cosa prevede l’accordo sulla Grecia
L’accordo che la Grecia e i partner europei sono riusciti ad ottenere dopo un’estenuante trattativa di oltre 17 ore (giorni, sarebbe meglio dire) prevede una serie di concessioni da una parte e dall’altra che ad ogni modo permetteranno ad Atene di scongiurare un imminente default e la tanto paventata “Grexit” o sospensione dall’Eurozona. A breve l’Eurogruppo – che riunisce i ministri delle finanze dei paesi che adottano la moneta unica – dovrà discutere di un prestito ponte di sette miliardi di euro entro il 20 luglio e di altri cinque miliardi entro metà agosto, mentre la Grecia si impegna a creare un fondo di garanzia da 50 miliardi. E lo farà in casa, non in Lussemburgo come inizialmente avrebbe voluto la Germania. L’Eurogruppo, inoltre, sarà disponibile a rinegoziare il debito, ma un taglio nominale dello stesso debito – viene precisato nel testo conclusivo dell’accordo di Bruxelles – è un’ipotesi da non prendere in nessuna considerazione.
In questi giorni tanto si è dibattuto su quali (e quante) concessioni il governo guidato da Alexis Tsipras – fresco “vincitore” della recente campagna referendaria che rifiutava la precedente proposta di aiuti della Commissione europea – avrebbe ceduto al cospetto degli interlocutori. L’ex ministro Yanis Varoufakis ha già parlato, in questo senso, di una resa, ad ogni modo Atene dovrà approvare una serie di misure entro il 15 luglio, cioè mercoledì. Il Parlamento tedesco si esprimerà sul piano di aiuti alla Grecia probabilmente venerdì (in attesa, dunque, di vedere le prime mosse dell’esecutivo greco). Dunque i partner europei si aspettano che la Grecia modifichi l’Iva (l’intenzione è aumentare i ricavi tramite le imposte), una riforma del sistema pensionistico (le baby-pensioni sono state quelle più bersagliate nei giorni che hanno anticipato l’accordo), l’indipendenza dell’ente statistico nazionale Elstat e il rispetto totale del Fiscal compact. In più è stata richiesta la creazione di un’agenzia indipendente per la riscossione delle tasse e la lotta all’evasione fiscale, ulteriori tagli alla spesa pubblica e – entro il 22 luglio – la riforma del Codice di procedura civile, per ridurre i costi della giustizia e accelerare i processi nonché l’adozione delle regole europee sul sistema bancario. Più a lungo termine la Grecia dovrà rimettere mano al mercato del lavoro e mercato energetico. Il fondo di garanzia da 50 miliardi, invece, dovrà essere perlopiù sostenuto da un massiccio programma di privatizzazioni. Dei 50 miliardi previsti, 25 serviranno per riparare i debiti e ricapitalizzare le banche greche, 12,5 miliardi per ridurre il debito, 12,5 miliardi da destinare agli investimenti e alla crescita. In sostanza i negoziati veri e propri con le istituzioni internazionali (Bce, Fmi, Commissione europea) proseguiranno se la Grecia farà fede agli impegni presi. Un compromesso che, nel suo insieme, peserà per circa 82-86 miliardi di euro.