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Stati Uniti: cosa ha deciso la Fed

Fed_2576507bLa prossima potrebbe essere la volta buona, ma per il momento ancora nulla di fatto. La Federal Reserve (Fed) ha infatti deciso di non alzare i tassi, cosa che dovrebbe fare invece a breve, magari già all’appuntamento di dicembre.
Se così fosse si tratterebbe del primo rialzo dal 2006, mentre è dal 2008 che i tassi sono vicini allo zero. Una cosa che è stata notata da molti analisi è la mancanza di riferimenti agli scenari internazionali e al loro possibile impatto. L’economia statunitense, infatti, cresce ad un tasso “moderato”, quando l’economia mondiale rallenta soprattutto a causa dell’incertezza dei mercati emergenti.
Questo, ovviamente, non significa che la Fed non monitorerà gli sviluppi economici e finanziari globali, anzi, ma sul fronte interno i segnali di ripresa sono evidenti. Come spesso ricordato la Fed ha tra i suoi obiettivi quello di incentivare l’occupazione e stando agli ultimi giudizi si può scommettere su un ulteriore miglioramento del mercato del lavoro.
Tuttavia non mancano dati discordanti. La spesa delle famiglie e gli investimenti vengono considerati solidi e il mercato immobiliare, termometro affidabile sullo stato di salute di un’economia, prosegue la sua risalita. Eppure è proprio sul fronte occupazionale che emergono luci ed ombre.
Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti, nel mese di settembre, si è attestato al 5,1%, il livello più basso dal 2008. Ma il problema resta la partecipazione bassa e ad ogni modo, nello stesso periodo di riferimento, l’economia Usa è riuscita a creare solo 142 mila posti di lavoro aggiuntivi (118 mila nel settore privato, 24 mila in quello pubblico), al di sotto cioè delle attese. In più, nelle ultime settimane, era stato registrato un nuovo aumento delle richieste di sussidio di disoccupazione. A ben vedere, quindi, il mercato del lavoro ha in realtà subìto un rallentamento: la crescita di posti di lavoro negli ultimi tre mesi è stata in media di 167 mila unità mentre un anno fa era di 260 mila.
A complicare le cose, poi, anche la fiducia dei consumatori, che ad ottobre si è attestato a 97,6, valore parecchio al di sotto delle aspettative (il dato era atteso in lieve flessione a 102,5 punti rispetto ai 103 di settembre). Dunque le mosse future della Fed, che non ha escluso, per l’appunto, un aumento dei tassi già alla prossima riunione (15-16 dicembre), dipenderanno molto dalle risposte del mercato del lavoro e dall’inflazione.

 

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